La crisi politica ed economica che da qualche anno attanagliava la Francia culminò, dopo alcuni giorni di violente proteste, con l’assalto, da parte dei parigini insorti, il 14 luglio 1789, alla fortezza della Bastiglia, una prigione medievale che, tuttavia, all’epoca vedeva alloggiati solamente sette detenuti. A difenderla 82 veterani invalidi di guerra e 32 guardie svizzere. L’obiettivo dell’insurrezione era quello di impadronirsi della polvere da sparo contenuta all’interno della fortezza.
Il governatore della prigione, il marchese Bernard-René Jourdan De Launay, incontrò in un primo momento una delegazione di tre rappresentanti dei cittadini rivoltosi e acconsentì a far loro visitare l’edificio. Tuttavia, dopo il diniego di accomodare i cittadini all’interno della fortezza e di fornire la polvere da sparo, gli insorti entrarono all’interno della Bastiglia. Ne seguì, mentre intercorrevano complesse trattative, un violento conflitto a fuoco con le guardie che provocò un centinaio di morti, di cui solo uno tra i soldati.
La diserzione di 61 guardie francesi, che portavano con loro sei cannoni, tuttavia, ribaltò gli equilibri. De Launay, rifiutando la resa, minacciò addirittura di farsi esplodere insieme alla fortezza e al suo carico di polvere da sparo, senonchè alcuni dei veterani che difendevano la Bastiglia solidarizzarono con gli insorti e decisero di issare bandiera bianca. Il governatore, mentre tentava la fuga, fu riconosciuto e massacrato dalla folla inferocita a colpi di baionetta e pistola. Infine, già morto, fu decapitato da un suo palafreniere.
Era l’inizio della Rivoluzione Francese.