“Uno contro undici. Lontano dalle linee senza possibilità di soccorso, lupiciatto presso alla unità ringhiosa. Una mitragliatrice contro dieci. Quattrocento colpi contro quattromila (…) fu il vero combattimento che nel mattino del 29 marzo 1918 si compì, tra Piave e Livenza, nel cielo di Ponte di Piave: Cabruna contro Cabruna…“. Con queste parole fu descritta da Ugo Fischetti la battaglia aerea che si svolse, proprio il 29 marzo del 1918, nei cieli sopra Ponte di Piave.
Protagonista dello scontro fu l’asso italiano dell’aviazione Ernesto Cabruna che, mentre sorvolava l’area che, dalle linee nemiche, andava verso Livenza, sulla linea del Piave, fu inseguito da una squadriglia di 11 velivoli austro-ungarici (la squadriglia Brumovoski), un bombardiere e dieci caccia. Cabruna senza farsi intimorire li affrontò, abbattè il capo-stormo e disperse gli altri aerei.
Cabruna, carabiniere, nel dopoguerra fu vicinissimo a Gabriele D’Annunzio, lo raggiunse a Fiume nel 1919 e qui lo sostituì dopo il “Natale di sangue” del 1920. Al termine dell’impresa fiumana fu reintegrato nell’Arma. Nella Seconda Guerra Mondiale ebbe rapporti con la Resistenza. Morto nel 1960, le sue spoglie oggi riposano al Vittoriale, nel mausoleo dello stesso D’Annunzio, che di lui ebbe a dire: “E il nostro eroe, quale altro nome dare a un tale uomo? Continua ad essere il solitario cacciatore, che non conta i suoi avversari, pronto a battersi con intere squadriglie”.
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