Attorno alle 3:32 del 6 aprile 2009 una scossa di terremoto di 5.9 scala scala Richter, si abbattè su L’Aquila, causando 309 morti, 1600 feriti e almeno 10 miliardi di euro di danni.
Danni non solo a case e ad infrastrutture industriali, bensì al patrimonio artistico del capoluogo abruzzese. Ne è stata tragica. ma chiarissima testimonianza il crollo della cupola della barocca Chiesa delle Anime Sante.
Fra i drammi che si consumarono quella notte e che forse più sconvolsero l’Italia vi fu, sicuramente, il cedimento della casa dello studente, costato alla vita a 8 ragazzi. Alcuni dei quali stranieri.
Lo sciame sismico si estese tuttavia ai comuni e alle frazioni dell’aquilano, lasciandosi alle spalle anche qui vittime e macerie.
Nello stesso mese di aprile l’allora Governo Berlusconi adottò misure mirate per sostenere la popolazione.
Il Decreto Abruzzo stabilì la sospensione del pagamento dei contributi previdenziali, assistenziali e del premio delle assicurazioni, indennizzati dallo Stato.
Si pianificò di assegnare alle famiglie degli sfollati 100 euro a persona, incrementati nel caso in cui i nuclei famigliari avessero avuto disabili e anziani.
Ulteriore sforzo, affinché l’attenzione mediatica internazionale non scemasse, è stato organizzare il G8 proprio nella città colpita. Alcune nazioni, fra le quali USA, Francia e Russia, si impegnarono a contribuire all’opera di salvaguardia del patrimonio artistico.
Altro attore fondamentale fu il comparto Difesa. I militari italiani, infatti, si mossero subito per soccorrere la popolazione e per garantire una cornice di sicurezza. Nonché per prevenire atti di sciacallaggio che, purtroppo, si manifestarono in quei giorni dai furti nelle case distrutte alla “borsa nera”.
Grande è stata inoltre la partecipazione di associazioni di volontariato e di semplici cittadini direttamente sul campo o con raccolte fondi.