Belvedere di San Leucio: il Museo della Seta

Il Belvedere di San Leucio, che oggi ospita il Museo della Seta, che espone telai e torcitoi del tempo, è uno dei luoghi borbonici più interessanti e originali, perché, oltre a essere uno scenografico complesso dal rilevante valore artistico e architettonico, divenuto Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, è anche un simbolo della politica riformatrice, “dispoticamente illuminata”, dei Borboni.

Nel 1750, Carlo di Borbone acquistò dai principi Acquaviva di Caserta la collina di San Leucio, che, tra il 1775 e il 1778, mentre era re il figlio Ferdinando, divenne un innovativo centro manifatturiero specializzato nella lavorazione della seta, con leggi, regole e benefici specifici per la comunità (internazionale) che qui lavorava. La Real Colonia Serica di San Leucio, progettata da Francesco Collecini, fu il primo e probabilmente unico esempio in Europa di “Reggia-filanda”, dove, seguendo un modello completamente nuovo per l’epoca, venivano esaltati i valori della fratellanza e dell’equità sociale. Gli operai, che lavoravano 11 ore al giorno (e non 14 come in altre realtà europee), abitavano nella struttura e avevano a disposizione case con acqua corrente e servizi igienici, una scuola, assistenza per anziani e malati. Uomini e donne erano considerati uguali e c’erano delle casse comuni di carità, dove si donava una parte del proprio salario.

Ferdinando, che amò profondamente quest’area, credette fortemente in tale progetto e pensò addirittura di ampliarlo, fino a fondare una nuova città a statuto speciale, Ferdinandopoli, che, però, non fu mai realizzata.

Redazione Conoscere La Storia

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