La prima missione di peacekeeping italiana? L’Italia, unita, non c’era ancora ma loro sì, i Bersaglieri, i fanti piumati nati in seno all’Armata Sarda nel 1836 su iniziativa dell’allora capitano Alessandro La Marmora. E subito impiegati dal Piemonte sabaudo nell’operazione anglo-franco-ottomana sulle sponde del Mar Nero, in Crimea.
Era il 1854 e già i Bersaglieri si erano resi protagonisti del Risorgimento italiano. Il loro nome è infatti legato ai principali fatti d’arme delle guerre d’Indipendenza: Goito, Magenta fino alla conquista di Roma del 20 settembre 1870, evento icona per il Corpo e per il Paese celebrato proprio quest’anno in occasione del 68° raduno nazionale.
E’ vero, siamo nel 2021 ma, si sa, la pandemia ha stravolto oltre alla quotidianità anche le ricorrenze. E se il 150° è stato celebrato con una cerimonia molto austera (e distanziata), quest’anno si cercherà di darle maggiore spazio, pur considerando che l’emergenza non è ancora passata.
In altre parole, massimo rispetto delle norme sul distanziamento e sul contenimento ma con un programma molto più ampio e diversificato che l’ANB (Associazione Nazionale Bersaglieri) ha presentato nel corso della conferenza stampa alla Biblioteca centrale militare. E che è ben sintetizzato dal titolo del mensile associativo Fiamma Cremisi, “Finalmente Roma!”
Tre giorni di appuntamenti culturali e momenti solenni per omaggiare i 185 anni di Storia al servizio del Tricolore, che culmineranno con la grande adunata e sfilata dei Fanti Piumati in via dei Fori Imperiali.
E siccome nome e tradizione dei Bersaglieri sono legati anche alla musica, le principali piazze della Capitale faranno da sfondo ai concerti delle fanfare regionali, dalla Sicilia all’Emilia Romagna.
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(Fonte immagine di sfondo: Image by Cristian Ferronato from Pixabay)