Un bastone con due serpi che si avvolgono a spirale attorno a esso e due ali all’estremità superiore (a volte, al loro posto, un elmetto alato): è il caduceo, un simbolo antichissimo di cui si trovano tracce già nelle culture babilonese e assira. Venne associato da Greci e Romani a Hermes-Ermete, o Mercurio, il messo degli dei.
Secondo il mito, sarebbe stato Apollo a donargli il bastone, da usare come emblema del suo ruolo di messaggero; nelle antiche assemblee, per evitare che le voci si sovrapponessero, solo chi aveva diritto di parola riceveva un bastone, detto “testimone”. Durante un viaggio in Arcadia, Ermete si trovò davanti due serpi in lotta: gettò fra di loro il proprio bastone e subito quelle si rappacificarono. Ecco perché il caduceo (il cui nome latino, caduceus, deriva forse dal greco karykaion, messaggero) rappresenta un simbolo di pace ed era impugnato dagli ambasciatori. Essendo lo strumento di un dio, il caduceo rappresentava un salvacondotto: i messaggeri eano inviolabili, in quanto operavano sotto la protezione di Ermete.
A Roma, dove il caduceo era raffigurato anche come un bastone d’ulivo ornato di ghirlande, esisteva la parola caduceator, che indicava il messaggero di pace. Il caduceo aveva la virtù di obnubilare i mortali e richiamare i morti dagli Inferi. In alcune leggende, inoltre, mutava in oro gli oggetti toccati, come una bacchetta magica. Anche Asclepio, dio della medicina, portava un bastone molto simile, con un serpe attorcigliato, che con il tempo venne confuso con quello di Ermete: ecco perché oggi il caduceo è diventato l’emblema dei medici e dei farmacisti.