Castel Sant’Angelo è un raro esempio di riconversione totale di un antico edificio romano, una tomba, a un uso “moderno”: la costante, soprattutto a Roma, era infatti rappresentata dallo smantellamento allo scopo di ricavare materiale da costruzione da riutilizzare altrove. Questo edificio, costruito intorno al 123 d.C. come tomba per l’imperatore Adriano e la sua famiglia, era invece massiccio e situato in ottima posizione, al di là del Tevere ma sul fiume: ideale quindi come baluardo a protezione della città.
Nel 403 fu quindi inserito nel circuito delle mura aureliane dall’imperatore Onorio. Trasformato in castello finì conteso nel Medioevo dalle famiglie romane – Crescenzi, Pierleoni e Orsini – in continua lotta per il predominio sulla città. Proprio un Orsini – Niccolò III, papa tra il 1277 e il 1280 – fece realizzare il Passetto di Borgo (che i romani chiamano “er Corridore”) per collegare il castello al Vaticano: questa continuità sia fisica sia ideale si sarebbe esplicitata nel 1367 quando le chiavi vennero consegnate a Urbano V per sollecitare il rientro della Curia a Roma dall’esilio avignonese.
I papi lo scelsero come “dimora di emergenza” durante le sommosse, le minacce e i pericoli e sede dell’Archivio e del Tesoro Vaticani. Nei successivi quattrocento anni Castel Sant’Angelo sarà continuamente restaurato, ampliato, alterato fino ad assumere l’attuale aspetto. La visita odierna si articola lungo tre percorsi tematici, uno dei quali si snoda all’interno degli appartamenti papali voluti da Niccolò V (1447 – 1455) e in seguito affrescati da pittori importanti come il Pinturicchio. Il momento di massimo splendore fu raggiunto sotto Paolo III Farnese (1543 –1549) che si fece costruire un ampio appartamento e ne affidò la decorazione a Perin del Vaga. Indimenticabile la vista su Roma dalla terrazza dell’Angelo, dominata dalla statua bronzea fusa nel 1752 da Peter Anton van Verschaffelt.