Disciplinati, vigili, leali e tecnicamente preparati, i Templari erano i difensori ideali per presidiare castelli e fortezze. In Terrasanta costruirono una quarantina di insediamenti fortificati più o meno grandi, dislocati lungo le vie di comunicazione, nelle aree strategiche, sulle strade battute dai pellegrini e lungo i confini: da qui era facile controllare il territorio e organizzare operazioni di difesa, di scorta, di soccorso o di attacco.
I più importanti erano a nord il castello di Baghras, in prossimità del passo di Belen, nell’odierna Turchia, costruito dai Templari intorno al 1153 e teatro di numerosi assedi; a sud, non lontano dalla Tripoli libanese, i presidi di Tortosa (oggi Tartus), Al-Arimah e Safita (Chastel Blanc); in Galilea i castelli di Safad (in Israele), di Chastellet (nei pressi del “Guardo di Giacobbe”, nodo cruciale per l’attraversamento del fiume Giordano lungo il collegamento fra San Giovanni d’Acri e Damasco) e La Fève (al-Fula); e ancora, Chateau Pélerin (Castello dei Pellegrini) nei pressi di Atlit, oggi in Israele e Ahamant in Oltregiordano. Altre cruciali strutture fortificate erano dislocate lungo le coste ad Acri, Cesarea, Ascalona e Tripoli per consentire gli approvvigionamenti dal continente.
A questa fitta rete templare si affiancavano le fortezze gestite dagli altri ordini, soprattutto gli Ospitalieri, di cui il cosiddetto Krak dei Cavalieri (oggi in territorio siriano, nei pressi di Homs) rappresenta l’esempio più imponente e meglio conservato. I Templari ne avevano acquistato uno simile a Safed, sul lago di Tiberiade, dotato di doppia cinta muraria e munito di un sistema di torri rotonde all’interno e quadrate agli angoli, con un grosso donjon (la torre rettangolare abitata, a più piani) e difeso da due fossati (uno interno e uno esterno). Fu distrutto completamente nel 1266 e mai più ricostruito.