Chi è stata la prima donna a laurearsi ufficialmente in Italia? Dai documenti emerge che la prima, che, con tutta probabilità, fu anche la prima nel mondo, sia stata Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (1646-1684), figlia del nobile veneziano Giovan Battista e di Zanetta Boni, di umili origini.
Il padre, spinto dal desiderio di riscattare l’onore della famiglia, in declino per scandali e problemi economici, scelse per lei un percorso di studi superiori d’eccellenza, del tutto inusuale per una donna dell’epoca.
Affidò la sua educazione a rinomati insegnanti, come il matematico e filosofo Carlo Rinaldini (1615-1698), Giovan Battista Fabris, parroco di San Luca Evangelista, e Alvise Gradenigo, bibliotecario alla Marciana.
La Cornaro, molto devota ed erudita, fu indirizzata agli studi classici e umanistici: latino, greco, ebraico, teologia e filosofia. Inoltre, studiò con successo spagnolo, greco moderno, francese e inglese, oltre a materie scientifiche come astronomia, geografia e matematica.
A partire dal 1669, entrò a far parte di illustri accademie (quelle dei Ricoverati di Padova, degli Infecondi di Roma, degli Erranti di Brescia e dei Pacifici di Venezia). La fama di Elena Lucrezia crebbe fino a trasformarla in una celebrità dell’epoca.
Tra il 1677 e il 1678, Cornaro lottò per veder riconosciuta alla figlia la laurea in Teologia dall’Università di Padova. La richiesta fu accolta dai rettori dello Studio, anche perché la donna era stata allieva di eminenti accademici dell’ateneo veneto.
Fermamente contrario, invece, fu il vescovo della città, Gregorio Barbarigo (1625-1697), che era anche cancelliere dell’Università, dunque indispensabile per l’ottenimento del titolo. Per il religioso, “dottorar una donna” era “uno sproposito”.
Dopo un lungo braccio di ferro, nel giugno del 1678, venne, infine, accordata alla studiosa una laurea in Filosofia. Per l’eccessiva affluenza di folla al Collegio per la discussione, questa dovette essere addirittura spostata nella vicina cattedrale.