Nella lunga storia dell’Impero Romano d’Oriente bisogna annoverare anche il periodo in cui questo perdette la sua capitale, Costantinopoli, in seguito alla Quarta crociata. Nel 1204, infatti, Bonifacio di Monferrato, che guidava la crociata, diretta verso l’Egitto, decise di deviare il percorso verso la capitale dell’impero bizantino. L’assedio la fece cadere nelle mani dei crociati, che fecero dell’impero un regno feudale cattolico sostanzialmente dipendente dalla Repubblica di Venezia: l’Impero Latino.
Ma tale esperienza ebbe una durata relativamente breve. Nell’estate del 1261 i bizantini dell’Impero di Nicea (retto dalla dinastia dei Paleologo), che si estendeva sulla fascia dell’Anatolia, dopo un accordo con la Repubblica di Genova, rivale di Venezia, inviarono 800 uomini, capitanati dal generale Alessio Strategopulo, in Tracia. Nella città di Selimbria Strategopulo venne a conoscenza del fatto che le forze latine e veneziane avevano lasciato Costantinopoli e che un piccolo gruppo di uomini avrebbe potuto accedere alla città da un passaggio segreto.
Così, nella notte tra il 24 e il 25 luglio, un piccolo manipolo di uomini dell’esercito bizantino entrò nella capitale. Scaraventate le guardie latine dalle mura, fecero entrare dalla porta di Selimbria (foto in alto) il resto del contingente. Baldovino II, imperatore dei latini, scappò via nave, così come i veneziani e i francesi presenti in città. La fuga fu così rocambolesca che molti di questi ultimi perirono nel viaggio, non avendo disponibilità di viveri.
Costantinopoli era stata riconquistata.