Il primo tostapane elettrico vide la luce nel 1893: a inventarlo fu lo scozzese Alan Mac-Masters, ma non ebbe successo commerciale. Non solo il calore fondeva i cavi elettrici con il rischio di incendi e folgorazioni, ma la stessa elettricità era appannaggio di pochi (il brevetto di Edison per la distribuzione dell’energia è del 1880). Molti preferivano scaldare il pane a fette con la classica griglia di metallo posta direttamente sul fuoco. Il problema del surriscaldamento fu risolto nel 1905 da Albert Marsh grazie all’introduzione della lega di nickel e cromo, detta “Nichrome”.
La prima produzione industriale del nuovo elettrodomestico avvenne a opera della General Electric nel 1909; nei decenni successivi l’apparecchio venne migliorato grazie a nuove opzioni tra cui, nel 1913, la possibilità di voltare le fette di pane in automatico consentendone la cottura da entrambi i lati senza interventi manuali.
L’opzione “pop-up”, che espelle il pane una volta raggiunta la cottura ottimale, risale al 1921 mentre il toaster moderno multifunzione, che cuoce ambo i lati della fetta contemporaneamente e al termine la espelle emettendo un segnale acustico, risale al 1925: i decenni successivi hanno inserito ulteriori opzioni (tra cui sensori per stabilire il tipo di pane e il raffreddamento automatico), ma non hanno mutato il meccanismo, concentrandosi solo sul design esterno.