“Dittatori”. Sékou Touré, il tiranno di Guinea vittima del suo stesso regime

Primo Presidente della Guinea indipendente, Sékou Touré sarà la causa principale della rovina del suo paese, al quale farà fare spaventosi passi indietro rispetto alla situazione economica, sociale, agricola, infrastrutturale, sanitaria, ereditata dalla potenza coloniale francese. Per mantenersi al potere crea un campo di concentramento che non ha molto da invidiare ai lager nazisti: Camp Boiro. Tutte le persone accusate di vaghe attività “contro-rivoluzionarie” vi vengono rinchiuse e difficilmente ne escono in piedi. Amnesty International ha calcolato che nel campo di Boiro abbiano perso la vita almeno 50.000 persone!

Impiegato di secondo ordine presso l’amministrazione coloniale, Sekou Touré nel 1947 è alla testa del Partito Democratico di Guinea, di chiaro orientamento marxista. Nel 1956 viene eletto al parlamento francese e  successivamente accede alla poltrona di sindaco di Conakry. Nel 1958 fa la grande scelta. Sarà in effetti l’unico responsabile politico africano dell’Union Française a rifiutare di entrare nella nuova “Comunità  francese” preconizzata dal generale De Gaulle, reclamando invece da subito l’indipendenza. Si attirerà la simpatia del popolo guineano quando griderà in faccia ai francesi: “preferiamo la povertà nella libertà alla ricchezza nella schiavitù!”. Ben detto, frase di sicuro effetto. Peccato che i guineani, sotto il regime dell’eminente stratega, non avranno né la ricchezza né la libertà!

Ottenuta l’indipendenza, preso il potere, Sékou Touré adotta misure di completa collettivizzazione dell’economia, attraverso improbabili piani quinquennali che non determinano affatto gli effetti desiderati. Nella confusione della nuova gestione, l’economia del paese cola rapidamente a picco, causando peraltro la fuga massiccia  dei capitali esteri. La statalizzazione dell’agricoltura si rivela un eclatante fallimento, con il crollo vertiginoso della produzione, che riduce la popolazione quasi alla fame. Le poche fabbriche presenti nel paese chiudono o cominciano ad operare al minimo delle proprie capacità. La sanità pubblica, l’istruzione, le infrastrutture, tutti i settori dell’economia sono pesantemente penalizzati dall’incapacità del Rispettato Leader di sostituire l’amministrazione francese con una nuova e credibile classe dirigente.

Sul piano politico Sékou Touré instaura gradualmente il potere assoluto nel quadro peraltro di un nepotismo sfrenato, dove dominano i fratellastri, i cugini, i nipoti, gli zii, i parenti delle mogli ecc… 

L’indubbia paranoia di Sékou Touré raggiunge il suo climax negli anni ‘70 quando se la prende ferocemente con l’etnia Peul, considerata ostile al regime. Mette in effetti in atto un vero e proprio genocidio dagli accenti decisamente razzisti (i Peul hanno la pelle leggermente più chiara rispetto alle altre etnie del paese). 

La Guinea intanto da paese prospero o quanto meno autosufficiente sul piano alimentare, sprofonda nella miseria fisica e morale di una società divisa, frantumata, stordita dalla crudeltà predicata e praticata dal dittatore. 

La dittatura isola gradualmente il paese in una morsa di cui sarà in qualche modo vittima lo stesso Presidente! 

Nel marzo 1984 Sékou Touré viene colto da una gravissima crisi cardiaca. Deve essere immediatamente trasportato in una struttura specializzata di Cleveland (USA), dove ha qualche chance di cavarsela. L’Arabia Saudita invia con tempestività un aereo-ospedale. Ma a quell’epoca nessuna aereo, a parte quelli delle linee regolari, può atterrare senza l’autorizzazione personale del Presidente. Quando l’aereo saudita arriva a Conakry, chiede di poter atterrare. I controllori di volo, secondo la procedura, cercano raggiungere il Sékou Touré, che però si trova in uno stato critico. La notizia non può del resto essere data, la salute del dittatore deve rimanere  uno dei segreti di Stato meglio custoditi, come avviene in tutte le dittature.  Ne consegue una generale confusione. Nessuno sa cosa fare. L’aereo in definitiva non viene autorizzato ed è costretto a fare rotta su Dakar. Solo all’indomani mattina il primo ministro (medico di professione) prende in mano la situazione e fa tornare l’aero saudita, che finalmente può iniziare il viaggio della speranza della Grande Stratega. Ma sono state perse 24 ore preziose a causa…dell’eccessivo accentramento di potere nelle mani di un solo uomo. I medici americani tentano un’operazione in extremis, ma senza successo. Il paziente è arrivato troppo tardi. La Guida muore il 26 marzo 1984. Il sistema da lui stesso creato non gli è stato di alcun aiuto nel momento supremo. 

Domenico Vecchioni

Domenico Vecchioni. Già Ambasciatore d'Italia, saggista e storico. Ha al suo attivo numerose biografie storico-politiche (tra cui "Evita Peron" e "Raul Castro") e studi sulla storia dello Spionaggio (tra cui "Storia degli agenti segreti. Dallo Spionaggio all'Intelligence" e "le 10 spie donna che hanno fatto la Storia").

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