
Nato nel 1896, due Medaglie d’Oro al Valor Militare guadagnate nella I e II Guerra Mondiale, Comandante de “La Disperata”, giovanissimo deputato, magistrato: un individuo eccelso la cui vicenda umana e politica è raccontata in un piccolo libro, una raccolta di atti di una conferenza, atti firmati da storici cittadini tra i quali Vincenzo Pirro, storico, preside e fondatore del Centro Studi Storici di Terni.
«Il Tenente Elia Passavanti, il più prode ed il più buono dei legionari fiumani, un primissimo eroe tre volte mutilato, un italiano di antica gentilezza, esempio continuo di sacrificio e di costanza» sono le parole spese da Gabriele D’Annunzio per il Comandante della sua guardia personale.
Dragone del Reggimento “Genova Cavalleria” (4°), reparto fra i più antichi dell’Esercito Italiano nel quale prestò servizio anche Luigi di Campofregoso, Elia mostrò coraggio e spirito di abnegazione nel corso della Grande Guerra fino ad essere decorato con la prima delle due Medaglie d’Oro al Valor Militare (la seconda gli sarà conferita nel 1941).

Il libro a lui dedicato è una chicca, un piccolo tesoro, uno di quei tanti volumi nascosti tra i ripiani delle biblioteche comunali, dimenticati quasi, quei libri che aperti dopo tanto tempo profumano ancora di nuovo, di stampa.
Le pagine esaltano l’eroe ma approfondiscono il rapporto tra il politico e la città.
Dopo la I Guerra Mondiale la crisi internazionale era nell’aria. Ancor prima del crollo della Borsa di Wall Street (1929) le imprese di Terni (cuore pulsante dell’industria pesante italiana) subirono pesanti contraccolpi e giunsero a minacciare tagli e licenziamenti, questo in tempi in cui i diritti dei lavoratori non erano ‘scontati’ come oggi. Memore dei principi d’avanguardia espressi dalla Carta del Quarnaro, Passavanti giungerà perfino a mettersi contro la “Società Terni”, la grande corporation dell’acciaio e dell’energia elettrica che, nel 1925, proporrà addirittura la privatizzazione dei canali idrici dell’area urbana.
Pur di salvaguardare la salute ma anche il diritto all’acqua pubblica dei ternani, il giovane podestà e deputato fascista (raccomandato a Mussolini da D’Annunzio) metterà a repentaglio la sua carriera, sino ad essere deposto. Il Fascismo, consolidato il potere, finì per accettare il compromesso con la classe imprenditoriale. Questo equilibrio non poteva certo essere spezzato e Passavanti finì per pagare le conseguenze delle sue idee.
L’amore per la città, la lotta per renderla centro sempre più d’avanguardia, non si esaurirà anche nei momenti più bui, come dopo l’8 settembre, quando Elia risalirà la Penisola con l’uniforme del CIL (Corpo Italiano di Liberazione), al seguito degli Alleati, esattamente come un altro figlio illustre, di un altro centro industriale italiano: Curzio Malaparte, pratese, ufficiale dell’Esercito cobelligerante.
Tre lauree, magistrato presso la Corte dei Conti, vivrà nella sua casa-museo di via Carrara sino alla sua morte, nel 1985. Il patrimonio archivistico di Elia Rossi Passavanti è custodito presso la biblioteca comunale.
La sua tomba è stata progettata e realizzata dall’artista Arnaldo Pomodoro.

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Approfondimenti: Elia Rossi Passavanti nell’Italia del Novecento (raccolta degli atti del convegno tenuto a Terni nel 2002 e curato dal Vincenzo Pirro per le Edizioni Thyrus).
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