Riproponiamo un articolo dedicato al Giorno della Memoria, ma attuale tutto l’anno. E non solo perché una tragedia del calibro dell’Olocausto merita di essere ricordata non un solo giorno ma tutto l’anno. Il motivo sta anche nel fatto che molti carnefici nazisti sono sopravvissuti, impunemente, ai processi del dopoguerra per la debolezza degli stati, a causa della burocrazia e dei nuovi assetti geopolitici mondiali…
E le cui vittime attendono da 80 anni una Giustizia che, considerata l’età degli assassini e la – purtroppo – scarsa attenzione ai motivi per cui non sono mai stati estradati, potrà forse arrivare molto tardiva o forse mai.
Campo di sterminio e non di concentramento, come talvolta si sente definirlo. Perché scopo di Auschwitz era proprio quello di annientare la persona. Con il lavoro, durissimo; con le sevizie e gli omicidi commessi dalle guardie e dai comandanti. E con gli strumenti di morte tristemente noti: camere a gas, in testa. E i corpi inceneriti dai forni crematori. Annientare, appunto, cancellando anche l’ultima traccia dell’essere umano.
E laddove i crematori non erano sufficienti si ricorreva alle fosse comuni, altro orrore purtroppo ricorrente nella storia delle guerre. E, anche in questo caso, la fossa serviva ad eliminare il ricordo della persona e insieme del crimine perpetrato nei suoi confronti.
Le immagini filmate dai cine-operatori alleati iniziarono a circolare sin dalla fine del conflitto. A Norimberga, durante il processo accusa, difesa, imputati e giornalisti assistettero alle strazianti riprese che giungevano dai lager, fotogrammi di un orrore che a distanza di quasi 80 anni continua a sconvolgerci.

Eppure furono solo 12 i condannati del Processo di Norimberga. Dodici criminali, artefici del regime, della guerra e della campagna sistematica di sterminio finiti alla forca o in carcere. Dodici: un numero in verità esiguo, come emerse più tardi dai processi istruiti dal Procuratore Fritz Bauer che scoprì come invece gli aguzzini del regime nazista ed i complici dell’Olocausto fossero milioni in tutta la Germania ed in altre parti del mondo. Impiegati, postini, fornai, insegnanti, pensionati: gente comune resasi capace di crimini immondi.
Dal 2003 la Giustizia italiana ne ha condannati 60, 10 dei quali coinvolti nei fatti di sangue di Sant’Anna di Stazzema, il borgo della Versilia che nell’agosto del 1944 fu investito dalla furia delle SS della 16° Divisione Waffen SS “Reichsfhurer”: 560 caduti civili, dei quali 130 bambini.

Uno degli ufficiali della 16° SS era Gehrard Sommer, 23enne sottotenente, indicato dal Centro Wiesenthal quale uno dei più importanti criminali nazisti ancora in circolazione e che la Giustizia Italiana ha condannato, nel 2006, all’ergastolo. Ma Sommer, al pari di altri 59 condannati per atrocità contro civili e militari italiani, non sconterà un giorno di pena. Anzi, non verrà mai processato: l’età avanzata, le lentezze burocratiche della giustizia tedesca insieme alla apparente scarsa volontà di Berlino a riaprire il capitolo crimini di guerra, impedirà a lui e agli altri di andare alla sbarra. Nel 2015 Sommer è infatti stato dichiarato non abile a sostenere un processo: notizia che ha oltrepassato i confini della Germania, arrivando addirittura in Israele dove la stampa locale ha titolato
“Nazi who ‘slaughtered a village’ found unfit for trial”
(The Time of Israel, 28 maggio 2015)
Ma, indignazione a parte, l’ormai quasi centenario nazista riposa sereno in una casa di cura. E niente altro si potrà fare.
Un anno fa il Procuratore militare Marco De Paolis ha voluto ricordare anche Alfred Stork e Whillelm Stark, due militari dell’esercito tedesco responsabili di assassinii contro i soldati italiani a Cefalonia, entrambi condannati all’ergastolo in Italia ma ancora residenti nel loro paese d’origine, la Germania appunto. E anche loro, con ogni probabilità, non pagheranno.
Oggi i paesi del mondo ricordano il Giorno della Memoria, affinché mai si dimentichi l’Olocausto e perché quell’orrore mai si ripeta. Tutto il mondo, Europa compresa. Quell’Europa nella quale, tuttavia, alcuni cercano di fare giustizia mentre altri si limitano, forse, a mere parole a cui non seguono fatti decisi e concreti…
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I dati dell’articolo sono aggiornati al gennaio 2021
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