House of Gucci. Un Gucci rinchiuso a Terni dopo la Seconda Guerra Mondiale

House of Gucci è una delle pellicole più attese e più viste del 2021. Ascesa e caduta dell’impero familiare fondato da Guccio Gucci agli inizi del Novecento.

Il film di Ridley Scott, girato in Italia con un cast stellare ( Lady Gaga, Adam Driver, Al Pacino, Jared Leto e Jeremy Irons), è in parte ispirato all’omonima opera di Sarah Gay Forden, giornalista statunitense che ha lavorato a lungo nel nostro Paese seguendo proprio l’alta moda nostrana.

Ricostruendo gli albo della dinastia Gucci, Forden ricorda che il figlio adottivo di Guccio Gucci Ugo (nato dal primo marito della moglie Aida Calvelli) era stato un funzionario del Partito fascista prima e del Partito Fascista Repubblicano negli anni della guerra civile, 1943-1945. Al termine del conflitto, Ugo fu catturato dai britannici e rinchiuso in un campo di prigionia a Terni. La città, che era stata presa dall’VIII Armata britannica il 13 giugno 1944, fu a lungo luogo di raccolta dei prigionieri tedeschi e della RSI.

Ora, al tempo a Terni erano operativi tre campi:

  • Civil Internee Camp (localizzato in Piazzale Donegani, negli spazi di quella che fino ad allora era la SAIGA, chiamato in alcune memorie “campo di Collescipoli”)
  • ex SPEA (Società Prodotti Esplodenti Autarchici), sito industriale nell’attuale area di Maratta al confine con Narni scalo;
  • R 707 “Recalcitrant”, ricavato da un ex campo tedesco a sua volta realizzato nel terreno di una vecchia polveriera in Strada dei Laghetti.

La memoria dei tre campi non è molto diffusa in città. Nel 2009 lo storico orvietano Sandro Bassetti dedicò all’argomento uno studio interessante, Terni. Tre lager per fascisti (Lampi di Stampa, 2009).

Nel 2015 la vicenda fu narrata su Il Giornale dell’Umbria e su GQItalia (Memorie del Campo “R”: visita al lager italiano dimenticato).

Forden non specifica in quale campo sia stato rinchiuso Guccio Gucci tuttavia, in base alle informazioni reperibili sulle strutture, si può da subito escludere l’ex SPEA poiché gestito dalla Royal Navy e destinato ai militari della Marina italiana che rifiutavano la collaborazione con gli Alleati.

Quale funzionario politico e, dunque, civile potrebbe essere stato rinchiuso al Civil Internee ove già era internata la famiglia Mussolini e dove si trovava il giornalista John Amery.

Un altro funzionario fascista e membro delle Brigate Nere, il senatore Giorgio Pisanò, ricorda tuttavia di aver trascorso la detenzione ternana all’R707 “Recalcitrant”, campo destinato appositamente ai “recalcitranti”, cioè ai fascisti più duri nonché agli ex elementi delle forze d’élite della Repubblica Sociale Italiana.

Vero anche che nel suo, Io Fascista (Il Saggiatore, 1997), Pisanò confonde spesso l’R707 con il Civil Internee rendendo quindi difficile una chiara identificazione del luogo. Unico appiglio il riferimento ad una pista in terra battuta di forma circolare, tutt’ora presente ai margini di ciò che resta dell’ex R707…

I tre campi chiusero a cavallo fra il 1945 ed il 1946 e la memoria è stata persa fra ricostruzione e mutamento di destinazione degli ex siti di internamento.

Quanto ad Ugo, Forden riporta che la moglie irlandese di Aldo Gucci (figlio naturale di Guccio) riuscì a farlo liberare mediando coi comandi britannici. La donna, infatti, aveva prestato aiuto ai piloti alleati nel corso della Campagna d’Italia, guadagnando così considerazione e credibilità presso gli anglo-americani.

 

 

 

 

 

 

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Immagine di sfondo: locandina del film. Fonte immagine: qui

Marco Petrelli

Nato a Terni, una laurea in Storia e una in Storia e politica internazionale, è giornalista e fotoreporter. Si occupa di difesa, esteri e reportage... questi ultimi di solito caratterizzati da un bianco e nero ad alto contrasto. Collabora, fra gli altri, con BBC History, AeroJournal, Affari Internazionali. Amante del cielo, ha dedicato due titoli alla storia aeronautica.

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