Correva l’anno 1974, quando un professore di architettura ungherese, Erno Rubik, inventava un oggetto destinato a diventare una vera e propria icona: il Magic Cube, poi noto in tutto il mondo come Cubo di Rubik. Si tratta di un puzzle tridimensionale a forma di cubo; ogni faccia è ricoperta da 9 adesivi quadrati colorati (bianco, giallo, rosso, verde, blu, arancione) e può ruotare, grazie a un perno interno, in modo indipendente così da “mischiare” i colori.
Il numero totale di permutazioni, ovvero di configurazioni che il cubo può assumere, è di circa 43 trilioni. Il rompicapo si risolve quando, a seguito delle rotazioni necessarie, ogni faccia torna a mostrare un solo colore. Il cubo di Rubik fu distribuito nei negozi di giocattoli a partire dal 1977, dapprima in Ungheria e poi, iniziata la produzione in Germania, in Europa e nel resto del mondo.
Nel breve volgere di qualche anno, il gioco divenne di moda e nel solo 1982 ne furono venduti oltre 100 milioni. Nonostante una lunga parentesi di relativo oblio, il cubo è tornato in voga di recente. Essendo scaduto il brevetto, è ora prodotto in numerose varianti, inoltre è divenuto oggetto di competizioni e record internazionali.