La straordinaria carriera di Otto Witte: da clown a re d’Albania

 

Ad Amburgo, negli anni cinquanta del secolo scorso, un estroverso uomo di circo,  un certo Otto Witte, usava raccontare con enfasi, vestito di una pittoresca uniforme “regale”,  le avventurose fasi della sua vita ai curiosi che lo venivano a trovare.  In genere era giudicato come un simpatico mitomane, uno stupendo attore con qualche confusione mentale, un divertente mattatore. Non diceva Witte di avere regnato, sia pure per pochi giorni, sull’Albania? Insomma pochi lo prendevano sul serio. Ma quei pochi, in realtà, vedevano giusto. Witte diceva la verità!  Protagonista di una delle truffe più audaci e divertenti del secolo scorso, il 13 agosto 1913 Witte era stato ufficialmente incoronato Otto I re d’Albania !

Siamo nel 1912. Il paese delle aquile, da poco liberatosi dal gioco turco, si è proclamato indipendente, senza tuttavia essere riuscito a darsi un legittimo sovrano. Le cancellerie occidentali vorrebbero un principe europeo, gli albanesi invece invocano un sovrano della loro stessa religione e vedono nel nipote del Sultano di Costantinopoli, il principe Halim Eddine, il candidato ideale. La situazione è molto fluida e si può quindi immaginare l’eccitazione che pervade il generale Essad Pashà, capo delle giovani forze armate albanesi, quando riceve da Costantinopoli un telegramma che annuncia l’imminente arrivo in Albania proprio di Halim Eddine. E’ da considerare che all’epoca la trasmissione delle notizie era lenta e incerta.  Pashà avrà pensato che “l’opzione albanese “ era in definitiva prevalsa e che il telegramma anticipava in qualche maniera la comunicazione ufficiale che avrebbe messo giorni prima di giungere a destinazione.  

Alla data annunciata dunque, il 10 agosto, dalla passerella della nave di linea che collega Costantinopoli a Venezia, scende con aria marziale, con incedere degno ed elegante e con indosso una scintillante uniforme da generale, il futuro re degli albanesi. Dietro di lui segue un dignitario turco vestito di fiammante seta e con un vistoso fez sulla testa, presentato come l’uomo di assoluta fiducia del principe. Il generale Pashà, dopo le cortesie d’uso, fa condurre gli illustri ospiti negli appartamenti loro riservati.  L’avrete capito,  il futuro re è Otto Witte, circense di circa 40 anni; il dignitario di fiducia è Max Shlepsig, suo complice, mangiatore di spade.

Il loro circo si trova in Albania quando i giornali locali pubblicano la foto del principe Eddine, indicandolo come probabile, nuovo re del giovane Stato. Guardando la sua fotografia i due compari rimangono di stucco:  Otto è un sosia perfetto del principe musulmano! Perché allora non approfittare di quella irripetibile occasione? Artisti lo sono di professione, i costumi e le uniformi militari se li possono procurare facilmente nel mondo dello spettacolo, conoscono i rudimenti della lingua albanese, un buon amico invierà da Costantinopoli il telegramma fatale e, prima che il trucco venga scoperto, avranno il tempo di dileguarsi dopo aver arraffato quanto più possibile del tesoro di corte. Un piano un po’ folle, certamente audace e azzardato ma che, malgrado tutto, rischia di riuscire.

Sistemato così nel “palazzo reale”, Otto insiste perché la cerimonia dell’incoronazione avvenga il più rapidamente possibile e chiede anche di essere messo al corrente degli affari di corte, compresi gli appannaggi reali…

Il clown è talmente credibile che il 13 agosto, nella grande moschea di Tirana, alla presenza dei diplomatici delle potenze europee rappresentate nella capitale, viene incoronato Otto I re d’Albania.  Unico assente è il console generale austro-ungarico, Alfred Rappaport  Ritter von Arbengau, che aveva subodorato qualcosa di strano e aveva preferito astenersi, come racconterà nelle sue memorie.

Ma l’avventura è già durata troppo. La notizia circola. Il 15 agosto il generale Pashà riceve un telegramma di fuoco dal vero Eddine, che minaccia dure ritorsioni e rappresaglie per l’incredibile farsa di cui è rimasto vittima. Al povero generale non resta che arrestare  i due impostori. E qui accade qualcosa di straordinario.  Alla vista dei soldati venuti per arrestarlo,  “Otto I” non perde affatto la calma. E con un guizzo degno del più grande attore, lamenta una rivolta di palazzo, di cui l’ispiratore sarebbe lo stesso Pashà! E’ lui in verità l’impostore. E’ lui che bisogna rinchiudere in prigione. Cosa che puntualmente avverrà. 

Ma i due truffatori sono troppo intelligenti per non capire che la situazione non può durare oltre e organizzano quindi immediatamente la loro exit strategy. Vestiti da donne musulmane, protetti quindi dal provvidenziale velo, lasciano in tutta discrezione il palazzo per imbarcarsi a Durazzo in direzione di Bari, non senza aver fatto prima qualche riserva dal fondo reale.

Ancora oggi nel cimitero di Amburgo si può leggere sulla tomba di Otto Witte la scritta: Ehemaliger König von Albanien (ex re d’Albania)!

 

 

 

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(Fonte immagine di sfondo: http://www.canaldelmisterio.com/otto-witte-el-artista-de-circo-que-se-convirtio-en-rey-de-albania/)

Domenico Vecchioni

Domenico Vecchioni. Già Ambasciatore d'Italia, saggista e storico. Ha al suo attivo numerose biografie storico-politiche (tra cui "Evita Peron" e "Raul Castro") e studi sulla storia dello Spionaggio (tra cui "Storia degli agenti segreti. Dallo Spionaggio all'Intelligence" e "le 10 spie donna che hanno fatto la Storia").

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