La sera del 2 febbraio 1959 Buddy Holly si trovava nel locale Surf Ballroom a Clear Lake, nell’Iowa. Aveva abbandonato i Crickets qualche mese prima e stava partecipando al Winter Dance Party, un tour di tre settimane attraverso il Midwest americano. La situazione era tutt’altro che rosea: il bus era in pessime condizioni, le distanze da colmare enormi e il clima gelido. Quando il riscaldamento del veicolo si ruppe, il batterista ebbe persino un principio di congelamento. Al suo arrivo nel Surf Ballroom, però, Holly aveva pensato a un modo per rallegrare l’atmosfera: invece di raggiungere il Minnesota in bus, suggerì, il gruppo poteva prendere un aereo per Fargo, nel North Dakota.
Il direttore del locale contattò una compagnia del posto, che mise a loro disposizione un piccolo monomotore con spazio per tre passeggeri, al costo di 36 dollari a testa. I tre che salirono a bordo quella sera erano Holly stesso, “Big Bopper” Richardson e Ritchie Valens, che ottenne il posto tirando a sorte con una moneta. Richardson invece era lì solo perché aveva l’influenza: in origine il suo posto avrebbe dovuto essere di Waylon Jennings, con il quale al momentodi partire Holly scherzò dicendo: “Spero che il vostro vecchio bus congeli del tutto”. “E io che il vostro aereo precipiti”, rispose Jennings. E così fu. Nelle prime ore del mattino del 3 febbraio il pilota, un giovane di 21 anni disorientato dalle cattive condizioni meteo e da comandi che non gli erano familiari, perse il controllo del velivolo, che andò a schiantarsi in un campo gelato nei pressi di Clear Lake.
Tutti gli occupanti morirono sul colpo. Immortalata nella canzone di Don McLean American Pie , brano poi eseguito anche da Madonna, la tragedia è ricordata come “il giorno in cui morì la musica” (“the day the music died”)
NOTE: L’articolo compare sul numero 58 di BBC History Italia, disponibile per l’acquisto in digitale nello store Sprea Editori