Le donne della Decima MAS: la guerra al femminile

La Decima Flottiglia MAS fu l’unico corpo militare italiano che arruolò personale femminile in tempo di guerra. Le donne, tutte volontarie, erano inquadrate nel Servizio ausiliario femminile (SAF) come dipendenti civili: come tali, non erano armate, ma erano riconosciute al pari dei militari dalle forze alleate. Il SAF della Decima fu formato ufficialmente il 1° marzo 1944. Fra i requisiti per farne parte vi erano la moralità, l’idoneità fisica, la licenza elementare, il consenso dei genitori per le minorenni o quello del marito per le donne coniugate.

Vennero arruolate nei centri affiancati a quelli maschili che la Decima aprì nelle maggiori città della RSI. La loro formazione fu affidata ad un’apposita scuola, che ebbe sede a Sulzano (Brescia) e poi a Grandola (Como), Vittorio Veneto (Treviso) e a Venezia: vi si tenevano corsi trimestrali formativi e di specializzazione, ai quali si iscrissero non più di duecento volontarie. Ad esse si aggiunsero le giovani che avevano frequentato i corsi dell’esercito, del partito e dell’Opera Balilla, oltre alle collaboratrici dei servizi d’informazione della Decima. Formarono in tutto tre gruppi, denominati Nettuno, Anzio e Fiumicino.

Le donne della Decima MAS: massacrate dai partigiani titini

In ogni caso, il corpo femminile della Decima MAS fu esiguo, paragonato al SAF del partito fascista repubblicano e alle donne arruolate nelle polizie e nei corpi paramilitari della RSI, che furono 10mila. Diversamente da quanto previsto, alcune finirono per combattere in prima linea: così accadde per le donne del gruppo SAF della Decima aggregate al battaglione Barbarigo sul fronte di Nettuno e per quelle impegnate con i presìdi della Decima dislocati sul fronte orientale, in Istria e Dalmazia, a Zara, Fiume e Pola. Di queste ultime, la maggior parte furono massacrate dai partigiani titini negli ultimi giorni di guerra, mentre molte altre subirono violenze all’indomani del 25 Aprile.

Andrea Accorsi

Nato a Legnano (Mi) nel 1968, giornalista e ricercatore, lavora da trent’anni nella stampa quotidiana e collabora con diversi periodici di divulgazione storica. È autore di una ventina di libri e saggi di storia locale, economica e contemporanea.

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