La storia del mostro di Loch Ness divenne famosa nel 1933, in occasione dell’apertura di una strada che attraversava il lago, ma quando gli studiosi cominciarono a fare indagini sull’argomento emerse che il primo possibile avvistamento risale all’epoca del semileggendario san Columba, che si suppone abbia affrontato la creatura il 22 agosto 565. Così narra un episodio contenuto nell’agiografia “Vita Sancti Columbae” di Adamnano di Iona.
Columba era un monaco irlandese giunto in Scozia per predicare il Vangelo. Arrivò al fiume Ness (emissario del lago Loch Ness) mentre attraversava la terra dei Pitti e là incontrò alcuni locali che stavano seppellendo un compagno, morto perché poco prima “un mostro acquatico lo aveva aggredito mentre stava nuotando e ucciso con un ferocissimo morso”. Columba ordinò a uno dei suoi accoliti di attraversare il fiume a nuoto e portargli una barca. E a quel punto il mostro fece la sua apparizione. “Per nulla saziato, anzi divenuto ancor più ansioso di cacciare”, racconta un cronista, “giaceva nascosto sul fondo del fiume, ma d’improvviso emerse e si lanciò sull’uomo nell’acqua, spalancando la bocca in un terribile ruggito”.
Tutti ne rimasero terrorizzati, tranne Columba. “Con la sua santa mano levata in alto”, riferisce il cronista, “fece nell’aria il segno salvifico della Croce, invocò il Nome di Dio e comandò al mostro: ‘Non procedere oltre, non toccare quell’uomo! Vattene via veloce!’”. E il mostro fuggì. I compagni di Columba levavarono lodi all’Altissimo e il locali si convertirono subito alla fede cristiana.
NOTE: L’articolo appare sul numero 64 di BBC History, disponibile per l’acquisto nello store Sprea Editori
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