Oscar Wilde: il processo e la condanna di uno scrittore

La decisione di Oscar Wilde di intentare una causa per diffamazione contro il marchese del Queensberry, che lo aveva accusato di sodomia, si rivelò una delle peggiori della sua vita. Il processo ebbe inizio il 3 aprile 1895 e fu subito evidente che Wilde si era cacciato in un grosso pasticcio. Quando la difesa annunciò di aver rintracciato diversi “prostituti” pronti a testimoniare di avere avuto rapporti sessuali con Wilde, il drammaturgo abbandonò la causa. Ma nel momento stesso in cui egli si allontanava dall’aula, le autorità provvidero a emanare un mandato di cattura nei suoi confronti con l’accusa di atti osceni.

Durante il primo processo, che si aprì il 26 aprile, la giuria non riuscì a raggiungere un verdetto. Il secondo processo ebbe inizio tre settimane più tardi, presso la Old Bailey; l’accusa fu sostenuta dal vice procuratore generale, Frank Lockwood. Wilde avrebbe scritto in seguito che la terrificante requisitoria di Lockwood fu “quasi un passo di Tacito, o di Dante, o una delle imputazioni fatte da Savonarola contro i papi di Roma”. Si trattava di un’esagerazione: per gli standard dell’epoca, la requisitoria di Lockwood era stata incredibilmente misurata. Tuttavia, non è difficile comprendere il motivo per cui Wilde fosse tanto sconvolto. Il 25 maggio il primo giurato annunciò il verdetto di colpevolezza. Dalla galleria si levò un grido: “Vergogna!” e Wilde divenne livido di terrore.

Non c’è alcuna ragione per cui io debba rivolgermi a voi. Chi compie simili azioni deve essere immune a qualunque senso di vergogna ed è inutile sperare di poter produrre su di loro qualche effetto. È il caso peggiore che mi sia mai capitato”, dichiarò il giudice Justice Wills, che lo condannò a due anni di lavori forzati. Si trattava, aggiunse, “della punizione più severa prevista dalla legge. Secondo la mia opinione è del tutto inadeguata per un caso come questo”.

 

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Mario Sprea

Giornalista professionista, direttore di diverse testate settimanali e mensili, autore di numerosi libri di narrativa, studioso e ricercatore di Storia delle religioni, esperto di divulgazione storica, responsabile di numerose riviste di Storia.

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