Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri: il misterioso popolo dei Camuni

Capo di Ponte è la località più ricca di testimonianze del misterioso popolo dei Camuni. Qui ha sede il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri. La Valcamonica era infatti popolata da cacciatori e pastori semi-nomadi che, per alcuni archeologi, trarrebbero origine dalle tribù celtiche di matrice centroeuropea che si insediarono in buona parte del Nord Italia intorno al 3.000 a.C. In una condizione di relativo isolamento fino alla conquista militare dei Romani nel 16 a.C. circa, i Camuni diedero vita a una cultura autonoma.

La prova di questo passaggio culturale, dal nomadismo a una civiltà stanziale, è testimoniata all’interno del Parco Nazionale da oltre 40mila figure rupestri scolpite nella roccia, incise su 900 lastre granitiche.

Ma, a Capo di Ponte, si possono ammirare rocce che non mostrano solo i tipici petroglifi di questa civiltà, ma una serie di avvallamenti inusuali: canali scavati profondamente nella roccia. I geologi hanno escluso che siano tracce provocate dall’erosione dell’acqua, assicurando che si tratta di opere realizzate dall’uomo.

L’ipotesi più probabile è che siano “scivoli della fertilità”, cioè strumenti lungo cui le donne di migliaia di anni fa si lasciavano cadere, come parte di un rito che avrebbe aumentato la loro fecondità. Quello dei Camuni non è un caso isolato, perché sono molte le società neolitiche che ci hanno lasciato tracce di pietre o di scivoli legati alla fertilità femminile. Questo genere di riti aveva una forte connotazione simbolica e in qualche modo voleva mettere in scena, in maniera rievocativa, l’atto sessuale, così come l’uscita del nascituro dal grembo materno.

 

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Redazione Conoscere La Storia

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