
Un gesto di clemenza del 26° Presidente USA Theodore “Teddy” Roosevelt Jr. sarebbe alle origini del nome “Teddy Bear”, universalmente noto per indicare gli orsacchiotti di peluche.
Leggenda narra che il Presidente, grande avventuriero e cacciatore, un dì si sia scontrato con un grande orso bruno in Louisiana.
L’animale, ferito, cade ai piedi della squadra di cacciatori che lo accompagnano. Un trofeo sicuro: pelle stesa sul pavimento del salotto o testa impagliata. Insomma, un bel souvenir di caccia per ogni cacciatore che si rispetti.
E invece no: la scena triste e i gemiti dell’animale avrebbero intenerito il “duro cuore” del Presidente Theodore Roosevelt Jr., che si convinse a dare una seconda chance all’animale.
Siamo agli inizi del Novecento (1902, per l’esattezza), in altri tempi davvero! Tempi nei quali la sensibilità animalista era ancora cosa semi-sconosciuta e durante i quali le grandi distese del Nord America rappresentavano una risorsa, di caccia, pressoché sterminata per avventurieri d’ogni risma. Presidenti inclusi.
Pressochè però, poiché nelle Guerre Indiane (conclusesi ufficialmente nel 1890, con ultimo atto l’orrendo Massacro di Wounded Knee) parte della fauna autoctona era stata annientata dai bianchi, per diletto e per togliere alle tribù dei nativi il sostentamento.
Insomma, Teddy Roosevelt salva la vita all’orso o almeno così racconta la leggenda. Anzi, a voler essere precisi così racconta la vignetta satirica di Cliffor k. Berryman, disegnatore che trasforma una notizia (o, forse, più una chiacchiera) in un disegno che lanciò il mito del Presidente e, soprattutto, dell’orso salvo grazie a quel gesto di clemenza.
Già un anno dopo, due giocattolai newyorkesi Moris e Rose Michtom, commercializzarono un orsacchiotto di peluche dal nome Teddy Bear. Un successo enorme che li spinse, poco dopo, a fondare una società, la Ideal Toy Company, rimasta in attività per quasi un secolo fino alla fusione, nel 1997, con la Mattel.

Da quel momento l’orsacchiotto dei coniugi Michtom è diventato, per antonomasia, simbolo di orso di peluche.
E Roosevelt? Pare l’idea gli sia piaciuta, tanto da scegliere il peluche quale mascotte della sua campagna elettorale per le presidenziali del 1904. Elezioni che vinse chissà, forse grazie anche al suo “alter ego” di pezza.
_________________
(Fonte immagine di sfondo: Alexas_Fotos da Pixabay)