Perché, quando un successo o una vittoria non sono determinanti si parla di “vittoria di Pirro“? Non sempre la vittoria è una benedizione, anche per i più grandi generali. Pirro (318-272 a.C.) era un grande comandante militare, ma ha avuto la sfortuna di scontrarsi con i romani, tanto che persino le sue vittorie sono passate alla storia come eventi nefasti. Il re dell’Epiro, regione tra Grecia e Albania, era imparentato con Alessandro Magno e avrebbe voluto ripeterne le imprese in occidente. Passò gran parte della sua vita in guerra e nel 280 sbarcò in Italia.
Nel suo invidiabile palmares ci sono vittorie contro gli italici, i cartaginesi, i greci e i romani. Ma non fu sufficiente: dopo
aver sconfitto i romani a Eraclea e ad Ascoli Satriano, avrebbe commentato: “un’altra vittoria così e non mi resterà neanche un soldato”. Infatti aveva subito troppe perdite, e alla fine, nel 275, fu sconfitto a Benevento e perse la guerra. Da allora si comprese che per certe vittorie si paga un prezzo troppo alto che può costare il risultato finale.