Re, magistrati e un po’ sacerdoti: chi erano i lucumoni, i più importanti tra gli Etruschi

Re, magistrati, un po’ sacerdoti. Chi erano i lucumoni, figura di vertice nella gerarchia sociale delle antiche città etrusche? È stato il commentatore di Virgilio, Servio, a fornirci la spiegazione del termine “lucumone” che, annotava, “nella lingua degli Etruschi sono i re… e sono 12, uno per ogni città“. Lo stesso Servio, però, attribuiva il medesimo termine anche ai magistrati della città di Mantova, ingenerando non poca confusione. Come se non bastasse, con il passare del tempo Lucumone divenne anche un cognome, attribuito alla genia erede di un personaggio che aveva ricoperto tale carica (Livio attribuisce questo nome a Tarquinio Prisco prima che diventasse re di Roma).

La questione è ancora aperta, ma gli storici ritengono plausibile che il lucumone fosse, in età arcaica, il supremo magistrato delle città etrusche, a tutti gli effetti un re; quindi una carica ereditaria e non elettiva, che sommava in una persona la figura di capo politico, militare, religioso e giudiziario. Ogni otto giorni il sovrano dava udienza e amministrava la giustizia. Nel V secolo a.C. la monarchia avrebbe lasciato spazio alla repubblica oligarchica, con magistrature elettive.

I lucumoni possedevano, inoltre, anche caratteristiche tipiche della funzione sacerdotale. Secondo la tradizione etrusca, i lucumoni avevano infatti raccolto e scritto i precetti della disciplina augurale così come rivelati dal divino fanciullo Tagete, nato da una zolla sotto gli occhi di un esterrefatto contadino. Il dio fanciullo visse soltanto poche ore, il tempo necessario a insegnare l’arte di predire il futuro secondo norme poi trascritte su tre serie di libri sacri: gli Aruspicini, i Fulgurali e i Rituali. Questi ultimi comprendevano anche i Libri acherontici, che riportavano i due fondamenti della religione: il ruolo essenziale della divinazione per interpretare la volontà degli dei e la necessità d’istituire un rituale che regoli qualsiasi circostanza importante dell’esistenza.

Mario Galloni

Giornalista professionista con la passione per la storia, ha iniziato a occuparsi di cronaca per il quotidiano milanese “la Notte”, dove ha scritto di nera, giudiziaria e sport. È stato caporedattore di testate nazionali e collabora con le riviste “BBC History”, “Conoscere la Storia”, “Storie di Guerre e Guerrieri”, “Medioevo Misterioso” e "Civiltà Romana". Ha al suo attivo due libri.

Articolo Precedente

“Chain gang”: quando Sam Cooke denunciò l’orrenda pratica dei penitenziari USA

Articolo successivo

Cherù, l’eroica carica del tenente Togni e dei suoi Spahis