Saturnalia: il ritorno al caos e l’ombra dei sacrifici umani

Orge, banchetti, gozzoviglie. Schiavi che si comportavano come padroni e viceversa. Un re fasullo eletto per durare pochi giorni. Doni e scambi di burle. Sfrenato gioco d’azzardo (proibito negli altri periodi dell’anno). Era ciò che accadeva durante i Saturnalia, le feste in onore del dio Saturno, celebrate a Roma tra il 17 e il 23 dicembre. Si trattava di celebrazioni arcaiche, che prendevano origine da antichi riti di rigenerazione legati al ciclo del Sole, in particolare alla sua “morte” e “rinascita”, quando, nel periodo del solstizio d’inverno, l’astro della luce sembrava interrompere la sua corsa (la parola latina solstitium è composta da sol, “Sole”, e sistere, “fermarsi”) per morire dietro l’orizzonte.

In realtà realtà, la corsa del Sole riprende quasi subito e si assiste alla rinascita del mondo (non a caso, negli stessi giorni il cristianesimo festeggia la nascita di Gesù). Questo evento viene celebrato richiamandosi al mito di Saturno, antico dio italico e sovrano del Lazio: durante il suo regno si viveva nella cosiddetta “età dell’oro”, un’epoca di ricchezza e opulenza in cui la terra regalava doni in abbondanza e non esistevano classi sociali né suddivisione fra liberi e schiavi. La pacchia finì quando il dio scomparve improvvisamente.

Per continuare a ricordarlo, i primi abitanti di Roma eressero in suo onore un tempio sul Campidoglio. Al suo interno si trovava una statua della divinità, incatenata affinché non abbandonasse più la città e le garantisse prosperità. Solo durante il periodo dei Saturnali la statua veniva “liberata”, per far sì che la divinità girasse per l’Urbe restituendole forza vitale.

I Saturnalia erano un periodo di rigenerazione, che poteva avere luogo solo se si poneva fine a un ciclo (anche attraverso l’annullamento delle regole e delle norme vigenti) e si tornava al “caos” iniziale, da cui tutto poteva rinascere e rinnovarsi, per poi tornare a prosperare. Ecco perché, abolendo le leggi, gli schiavi prendevano il posto dei loro padroni, facendosi servire e dando ordiniburleschi (un po’ come accade a Carnevale),e tra di loro veniva eletto un “re”, o “padrone”della casa.

Saturnalia: Macrobio e quei “re” immolati sull’altare

In epoca storica, i Saturnalia venivano celebrati pacificamente, ma non è escluso che in età arcaica richiedessero riti cruenti. Secondo Macrobio (390- 430 d.C), autore dell’opera Saturnalia, i primi abitanti del Lazio avrebbero consacrato l’altare di Saturno con una vittima umana. La tradizione d’immolare vittime sacrificali sopravvisse in zone periferiche. Pare che i legionari di stanza a Durostunum (Bulgaria) ogni anno, durante i Saturnali, eleggessero un re, che per il periodo dei festeggiamenti aveva totale libertà di comportamento, salvo poi doversi immolare alla fine delle celebrazioni.

Guglielmo Duccoli

Nato a Milano nel 1963, giornalista pubblicista, ha diretto diversi periodici di divulgazione storica. Attualmente è Senior Editor dei bimestrali «Conoscere la Storia», «Medioevo misterioso», «Civiltà romana» e «Far West Gazette» per conto di Sprea Editori.

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