Vlad l’Impalatore e la Battaglia di Târgoviste: la leggendaria crudeltà del vero Dracula

Nelle prime settimane di giugno del 1462 l’esercito ottomano attraversò in marcia serrata la Valacchia, regione dell’odierna Romania. Furioso per il tradimento del principe Vlad III, suo tributario, il sultano Maometto II aveva deciso di dargli una spietata lezione. Ma sul tragitto gli Ottomani si ritrovarono i pozzi avvelenati, le strade cosparse di trappole e ostacoli e le campagne traboccanti di malati di lebbra e di peste, che Vlad aveva mandato loro incontro allo scopo
di infettarli.

Il 16 giugno l’armata ottomana si accampò appena fuori da Târgoviste, la capitale della Valacchia. La serata trascorse carica di tensione: nel bel mezzo della notte, il principe piombò addosso al nemico forte di migliaia di soldati scelti. Come avrebbe ricordato più tardi un veterano di quella battaglia, “Vlad attaccò per tutto il tempo con la rapidità di un fulmine, muovendosi in ogni direzione e causando ovunque un’enorme strage”. Gli scontri continuarono fino alle 4 del mattino. Per gli Ottomani fu una débacle totale. A quel punto, sempre secondo la testimonianza del soldato valacco, il principe Vlad “se ne tornò sui monti da dove era venuto e nessuno più si azzardò a sfidarlo, visto il terrore e il disastro che aveva causato”.

In Romania la ricorrenza della Battaglia di Târgoviste è celebrata ancora oggi come festa nazionale. Di certo la vittoria consolidò la reputazione di Vlad, che da allora in poi fu considerato uno dei guerrieri più temibili della sua epoca. Quando il giorno seguente i rinforzi ottomani raggiunsero la città, trovarono la via principale costellata dei cadaveri ormai in decomposizione di migliaia dei loro commilitoni, incluso il grande ammiraglio Hamza Pasha: erano stati tutti impalati. Questa forma di supplizio (o di “ostensione” del nemico ucciso) rese Vlad celebre al punto da meritargli il soprannome di “Impalatore”. La sua crudeltà era quasi leggendaria: alcune incisioni cinquecentesche lo ritraggono intento a banchettare mentre i nemici sconfitti vengono impalati o, addirittura, fatti a pezzi con un’accetta sotto i suoi occhi.

Oggi, però, Vlad III è molto più conosciuto per il patronimico Dracul, che in romeno significa “figlio del drago”, che ha ispirato lo scrittore Bram Stoker per il suo famoso personaggio, il vampiro Dracula.

 

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(Fonte immagine di sfondo: Foto di Laurențiu Mihai Badea da Pixabay)

Mario Sprea

Giornalista professionista, direttore di diverse testate settimanali e mensili, autore di numerosi libri di narrativa, studioso e ricercatore di Storia delle religioni, esperto di divulgazione storica, responsabile di numerose riviste di Storia.

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