Il 15 maggio del 1648 viene firmato a Osnabrück, dai principi protestanti, il primo trattato componente la Pace di Vestfalia, che sanciva la fine del conflitto tra la Svezia e l’impero asburgico. I principi cattolici ne sigleranno altri due in un secondo momento, a Münster (il 24 ottobre dello stesso anno). Il nome degli accordi deriva dal fatto che entrambe le località facevano parte proprio della Vestfalia. La pace pose fine alla Guerra dei Trent’anni e, confermando il principio del “cuius regio, eius religio”, già in precedenza sancito dalla pace di Augusta del 1555, inaugurò definitivamente un nuovo ordine nelle relazioni internazionali, in cui gli Stati riconoscevano reciprocamente la propria sovranità, a prescindere dalla religione professata dai sovrani, oltre a confermare anche definitivamente il principio di tolleranza nei confronti dei fedeli protestanti e calvinisti.
L’articolo V del trattato di pace illustrava in maniera netta la separazione tra il campo religioso e quello statale nella gestione dei conflitti di natura politica: “Nelle faccende religiose e in tutti gli altri affari, dove non si può considerare lo stato come un unico corpo, come anche negli stati di confessione cattolica e augustea che si dividono in due parti, un solo accordo divida la lite, senza badare alla pluralità di voti. Ciò che invece si basa sulla pluralità di voti, nelle faccende che riguardano tutti quanti, poiché non è stato possibile decidere questa cosa nel presente incontro, è rimandato ai prossimi incontri”
Con la Pace di Vestfalia tramonta dunque e inoltre definitivamente l’idea medioevale di una “cristianità” riunita sotto le insegne imperiali, sancendo così la nascita dell’Europa moderna.