Il 27 luglio del 1993 sarà ricordato per gli attentati mafiosi compiuti a Roma e Milano, che si inserirono nella più vasta serie di attacchi frontali della mafia contro lo Stato italiano, compiuti nel biennio 1992-1993, comprensiva degli attentati ai magistrati Falcone e Borsellino e della strage di via dei Georgofili a Firenze.
Quel giorno, dopo aver rubato tre Fiat Uno, uomini di Cosa Nostra le imbottirono di esplosivo e le posizionarono nei pressi delle chiese di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano a Roma e della Galleria d’arte moderna a Milano.
Le tre auto furono tutte fatte esplodere nel giro di circa mezz’ora. Le due chiese romane subirono ingenti danni ma non vi furono vittime. A Milano, purtroppo, andò peggio: oltre ai danni alla Galleria e al vicino Padiglione di arte contemporanea l’esplosione provocò il ferimento di 12 persone e la morte di altre cinque. Persero la vita i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, il vigile urbano Alessandro Ferrari e Driss Moussafir, un marocchino 44enne che si trovava su una panchina nei paraggi.