Paradossale destino quello di Hitler. Era idolatrato dalle donne di tutte le età che vedevano in lui il simbolo della nuova Germania, la speranza del Reich millenario, l’incarnazione di un potere inedito, l’”uomo nuovo” insomma da adorare senza limiti e senza riserve. Quell’uomo tuttavia non poteva amare normalmente o meglio non sapeva amare!
Per due ordini di motivi. Il primo era per così dire politico. Hitler si era dato completamente alla Germania. Come un Gran Sacerdote, la sua missione non poteva essere contaminata dai problemi della quotidianità familiare legati alla presenza di moglie e figli.
Allo stesso tempo l’ars amandi del Führer era limitata da profondi scompensi psicologici, risalenti probabilmente alla sua infanzia infelice, caratterizzata da odio verso il padre. Soffriva, in effetti, di un’impotenza sessuale intermittente. Un’impotenza, cioè, che riusciva a vincere solo in determinate situazioni, con determinate donne e seguendo determinate pratiche sessuali di tipo sado-masochistico. Un’impotenza dunque che non era dovuta a un’imperfezione fisica, come si è spesso creduto. Hitler non era afflitto da monorchidismo, aveva tutti e due i suoi testicoli, come lo attesterà formalmente il dr. Hanskarl von Hasselbach, uno dei pochi medici ad averlo auscultato interamente nel 1944. Hitler era forse un omosessuale? Sembra proprio di no. Eventualità questa che è stata scartata da storici ed esperti. Niente, in effetti, nel suo comportamento, nei suoi modi di fare, nelle sue pratiche sessuali poteva suffragare una simile ipotesi.
Cercheremo dunque di raccontare i complicati, a volte indecifrabili e spesso dolorosi rapporti di Hitler con l’altro sesso, iniziando e terminando il racconto dalle due donne che contarono di più nella sua vita, sia pure per motivi diversi: Geli Raubal (sua nipote, figlia della sorellastra Angela) ed Eva Braun, che divenne la signora Hitler poche ore prima di suicidarsi con il marito nel bunker di Berlino.
Agli inizi della sua carriera politica, Hitler affascina le donne con la sua prodigiosa oratoria e i suoi modi di fare nel privato sorprendentemente discreti e galanti: baciamano, fiori, complimenti ecc. Non beve, non fuma, non eccede nel mangiare, appare alle signore di una certa età della buona borghesia, che lo applaudono in prima fila nei meeting politici, come il genero o il marito ideale. Donne che nutriranno per lui un amore per lo più platonico, quasi “materno”, aiutandolo moltissimo nella sua problematica sussistenza e nella sua corsa verso il potere.
Adolf si fa insomma mantenere da signore attempate che soccombono al suo fascino. “Innamoramenti” di tipo intellettualistico e comunque mai ricambiati. Hitler, in realtà, ha una spiccata preferenza per le donne molto giovani.
Si ritiene che la sua prima relazione sessuale completa sia stata consumata, nel 1925, con una giovane commessa di appena sedici anni, Maria “Mitizi” Reiter, la quale si innamora pazzamente di Adolf e cade in pieno nella trappola fascinosa tesa dal promettente uomo politico. Love story che finisce bruscamente quando Hitler le consiglia di non farsi troppo illusioni: la sua missione gli impedisce di fondare una famiglia, lui deve pensare solo alla Germania! Non c’è posto per il matrimonio. La giovanissima e ingenua Maria incassa molto male il colpo e tenterà di suicidarsi, ma sarà salvata in extremis.
Nel 1926, già trentasettenne, il futuro Führer si ‘interessa a una ragazza di 20 più giovane di lui, Henriette, detta Henny, figlia del fotografo Heinrich Hoffmann, una bionda adolescente di rara bellezza, disinibita e disponibile, ma che, sotto gli effetti dell’alcol, diventa poco discreta. Sarà lei, infatti, far circolare le prime voci sulle “impossibilità” di Hitler e sulle sue esigenze sessuali “stravaganti”, a cui lei doveva sottoporsi, senza però rivelarne i particolari. Le sarà allora imposto di non dire più nulla sulla sua relazione con Hitler. Aveva già detto troppo. Impegno che Henny manterrà scrupolosamente, guadagnandosi sincera riconoscenza. Il padre diventerà il fotografo personale di Hitler e lei sarà data in sposa a un altissimo esponente nazista, capo della gioventù hitleriana, Baldur von Shirach.
Un anno dopo la sorellastra di Hitler, Angela Raubal, si trasferisce in Baviera per aiutare Adolf nella gestione dello Chalet preso in affitto sull’Obersalzberg. Circostanza che favorisce il sorgere dell’idillio tra Hitler, astro nascente della politica tedesca e la figlia maggiore di Angela, “Geli”, di 19 anni, iscritta alla facoltà di medicina di Monaco. Hilter si affeziona così profondamente alla nipote, la sola donna forse che abbia sinceramente amato, che vorrebbe possederla in esclusiva, non concedendole nemmeno un po’ di quella libertà che invece Geli, estroversa e palpitante, reclama. E’ talmente possessivo che la fa vivere in uno stato di semi-detenzione, vietandole, ad esempio, di uscire da sola. Ma il problema non è solo il regime di reclusione cui la costringe lo zio. Di mezzo ci sono anche le pratiche sessuali cui la giovane è sottoposta. Dirà a un’amica : “E’ un mostro, non crederesti mai cosa mi fa fare!”. Tuttavia non osa rivelare di più. La fine dell’anomalo idillio in ogni caso è improvviso e tragico. Geli Raubal il 18 settembre 1931 si spara un colpo di pistola al cuore. Muore all’istante. Lo scandalo è immediatamente soffocato dai fedelissimi di Hitler, in particolare Göring e Hess.
Dei misteriosi atteggiamenti intimi di Hitler con le donne si sa in realtà poco, anche se se n’è parlato molto, sulla base però di speculazioni, esagerazioni e leggende di vario genere.
E’ certo tuttavia che la sua accentuata galanteria è solamente “estetica”, di facciata e che molti dei suoi pretesi amori sono esclusivamente “declamatori”. Testimonia Ernst Hanfstaengl (amico e iniziale sostenitore di Hitler): “…non c’è dubbio che Hilter si interessasse alle belle donne e due o tre di loro hanno beneficiato dei suoi favori particolari. Ma quando si chiedeva loro fino a che punto era arrivata la relazione, alzavano le spalle, sospiravano e levavano gli occhi al cielo…”.
Leni Reifensthal (famosa attrice e regista), Gertl Slezak (cantante austriaca), Magda Goebbels (moglie di Joseph), Sigrid von Laffert (baronessa), Unity Mitford (nobildonna britannica), Martha Dodd (figlia dell’ambasciatore americano a Berlino) e Inga Ley (moglie del noto gerarca nazista Robert Ley) erano tutte donne infatuate, innamorate di Adolf. Ma conosceranno tutte lo stesso tipo d’insuccesso. Più che un amante, Hitler era un ammiratore, un corteggiatore, un voyeur. C’era comunque un segreto nella sua sfera sessuale che nessuno è mai riuscito a svelare con precisione.
Sarà l’attrice Renate Müller, stella di prima grandezza del cinema tedesco, che fornirà scabrosi dettagli sulle “tendenze anomale e patologiche” del Führer. Racconterà, infatti, al suo impresario Zeisler, all’indomani di una serata passata alla cancelleria: “Ero sicura che avremmo fatto l’amore. C’eravamo spogliati e sembrava che dovessimo dirigerci verso il letto, quando all’improvviso Hitler si è lasciato cadere al suolo e mi ha pregata di prenderlo a calci. Io ho rifiutato, ma lui mi ha supplicato. Mi ha detto che era indegno di me e si è messo a strisciare in maniera abietta. La scena era insopportabile. Alla fine ho acconsentito alla sua richiesta e gli ho dato un calcio. La cosa lo ha immediatamente eccitato e mi ha pregato di continuare ripetendomi che lui non era degno di me e che non meritava di stare nella stessa stanza con me…”.
Pratiche difficilmente sopportabili, ma alle quali era ancora più difficile sottrarsi, dire di no insomma al Signore della Germania, che con il suo sguardo faceva tremare generali e gerarchi e provocava suicidi tra le sue ammiratrici.
Una scia mortifera sembrava accompagnare le love story, presunte o reali, di Hitler. Quasi una maledizione. Molte delle donne insomma che si avvicinarono a Hitler si suicidarono o tentarono il suicidio! Riassumendo.
Maria “Mitzi Steiner”, la giovane commessa di Monaco delusa dalle false promesse del suo amante, tenterà di impiccarsi con un filo per stendere i panni. Sopravvivrà.
Angelika “Geli” Raubal, la nipote di Hitler, non avrà la stessa fortuna. Non resisterà psicologicamente a una relazione dai contorni incestuosi e dalle pratiche sessuali anomale. Soccomberà a un colpo di pistola Walter PKK che si spara al cuore.
Inga Ley, attrice e ballerina, moglie del gerarca nazista Robert Ley, s’innamora – non corrisposta – di Hitler. Delusa, si toglie la vita sparandosi un colpo di pistola.
Martha Dodd, figlia dell’ambasciatore USA in Germania. Vivendo a Berlino con la famiglia, s’infatua di Hitler ed è affascinata dal nazismo vincente. Cerca a tutti i costi di sedurre il Führer. Non è del tutto chiaro se ci sia riuscita. Dopo la notte dei lunghi coltelli nel 1934, vive tuttavia una profonda crisi di coscienza e tenta di suicidarsi tagliandosi i polsi. Dopo la guerra cambierà completamente orizzonte politico, aderendo all’estrema sinistra, fino a diventare spia per l’URSS.
Unity Mitford, baronessa britannica, fervente sostenitrice delle Black Shirts di Oswald Mosley, perde completante la testa per Hitler. Gli fa una corte spietata. Questi ne è lusingato e anche un po’ divertito trattandosi di una nobildonna britannica! Entra in depressione per non essere riuscita nel suo intento. Si spara alla testa, ma non muore subito. Morirà dei seguiti del tentato suicidio nel 1948.
Renate Müller, star del cinema tedesco. Ha una breve love story con il Führer. Poco dopo muore gettandosi dalla finestra. Suicidio, per essere stata lasciata troppo presto o omicidio, per aver rivelato le tendenze sado-masochistiche del suo amante?
Magda Goebbels, bionda e attraente, nazista a tutta prova. Si innamora perdutamente di Hitler, il quale ricambia il sentimento, non si sa bene però se con passione o solo con un’intima amicizia. Alcuni storici ritengono che il matrimonio di Magda con Goebbels sia stata solo una copertura per consentirle di svolgere il ruolo di first lady del III Reich, visto che il matrimonio con Hitler era impossibile. Magda, con il marito e i suoi sei figli, si suicida nel bunker di Berlino nell’aprile 1945 perché ”non era concepibile vivere in una Germania senza Hitler”!
Anche Eva Braun, l’altra donna che, insieme a Geli, ha contato significativamente nella vita amorosa del Führer, s’immolerà sull’altare di un amore disperato e senza speranza.
Eva entra in scena dopo il suicidio di Geli nel 1931. Impiegata diciassettenne presso lo studio del fotografo Hoffmann, ha avuto spesso l’occasione di ammirare lo strano cliente (“con i baffetti”) del suo datore di lavoro. L’idillio tra i due nasce durante la relazione di Hitler con la nipote. Non sappiamo se all’inizio sia stato solo platonico o se già c’era qualcosa di più. Sta di fatto che alla morte di Geli, Eva è convinta di poterne prendere il posto. Ma il rapporto stenta a infiammarsi. Adolf non sembra in definitiva così interessato, tutto preso dal ricordo e dal rimpianto della nipote. Eva diventa una sorta di concubina discreta, accogliente, sempre in attesa del ritorno del guerriero nella cui ombra vive e vegeta. Lei comunque sembra soddisfatta.
Una coppia peraltro mal assortita… Lui è vegetariano, non fuma, non beve, non fa sport, non ama il ballo, detesta le donne truccate, legge solo libri di politica o di architettura. Lei invece non disdegna l’alcol, fuma moltissimo, adora ballare, si trucca con entusiasmo, cambia di abito più volte al giorno, legge romanzi rosa. Ma si trattava di una vera “coppia”? Probabilmente no. Eva in ogni caso, anche se ne soffre, sta stare al suo posto. L’opinione pubblica tedesca ignora del tutto la relazione di Hitler con “l’impiegata del fotografo Hoffmann”, la concubina discreta, l’amante segreta che vorrà seguire il suo idolo fino al disastro finale per realizzare il suo sogno di sempre: diventare Frau Hitler!
Il 30 aprile 1945 Eva e Aldof finalmente si sposano nel bunker di Berlino, nel corso di un’allucinante cerimonia, sotto le bombe alleate e a poche ore dall’arrivo delle truppe sovietiche.
Scelgono di vivere insieme, nel momento stesso in cui hanno deciso di morire insieme!