In uno degli ultimi numeri della rivista “Conoscere la Storia” vi era un articolo sui rievocatori storici. Sino a poco tempo fa ero uno di questi, per la precisione facevo parte del gruppo chiamato K.u.K44 erede di un reggimento fondato dal marchese Anton Giorgio Clerici che in seguito cambiò nome e divenne il 44, composto solo da lombardi. Io in particolare partecipavo a rievocazioni di battaglie risorgimentali: Novara, Magenta, San Martino, alcuni di noi andavano anche ad Austerlitz. Nel 2013 organizzai la rievocazione dell’attacco effettuato dai Cacciatori delle Alpi alla fine di maggio del 1859. Lo scorso anno la battaglia di Varese, svoltasi nello stesso periodo.
Cordialmente,
Augusto Fichner, Besozzo (VA)
Grande lavoro e molto impegnativo, quello dei rievocatori, spesso mal “ripagato” (per lo meno in termini di gratitudine e apprezzamento, visto che di soldi, in questo ambito, ne girano pochi). Infatti non si tratta soltanto di ricostruire gli eventi nel modo più attendibile, documentandosi adeguatamente e in maniera corretta su testi di storia e storiografia e, spesso, su documenti d’epoca, ma anche di riprodurre le divise, l’uso delle armi, addirittura, dove possibile, la gestualità, la lingua e, quasi, il comportamento dei personaggi messi in scena, come vede anche nelle immagini del nostro lettore. Oltretutto, come nel caso delle battaglie risorgimentali, si tratta soprattutto di scontri campali, che richiedono anche un attento esame del territorio e la ricerca di luoghi che si prestino alla rievocazione, considerato che, molto spesso, il paesaggio è enormemente cambiato, soprattutto a causa dell’intervento dell’uomo.
Visto che lo si cita, cogliamo l’occasione per dare qualche notizia su Anton Giorgio Clerici, nobile milanese nato nel 1715 e morto nel 1768. Fu marchese di Cavenago, Barone di Sozzago, Signore di Trecate e di Cuggiono e Grande di Spagna. A sette anni, orfano di padre, era già padrone di un patrimonio immenso. Si dedicò alla carriera militare e divenne colonnello di un reggimento austriaco che manteneva con le proprie finanze.
Benvoluto dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, fu nominato ambasciatore imperiale al conclave del 1758. Divenne poi Consigliere Intimo dell’Imperatore e Cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro, la massima onorificenza del Sacro Romano Impero ed una delle più famose al mondo. Spese cifre folli per restaurare il palazzo di famiglia, arricchendolo con opere di Tintoretto, Guido Reni e Giovanni Battista Tiepolo, a cui fece affrescare la volta della galleria principale. I lavori lo misero quasi sul lastrico e quando morì il suo patrimonio era ormai abbondantemente eroso.