L’autostrada dell’antico Egitto? Era il Nilo

L’autostrada dell’antico Egitto era il Nilo. Su terra, gli spostamenti avvenivano prevalentemente a piedi, su carri trainati da buoi o utilizzando animali da soma. A partire dal Nuovo Regno fu introdotto il cavallo, ma il quadrupede sembra aver svolto solo compiti militari, aggiogato ai carri da battaglia. La forma di mobilità più efficace e rapida era senz’altro quella che sfruttava la corrente del Nilo, e infatti fin dalle epoche più remote la civiltà egizia si abbinò, come mostrano innumerevoli raffigurazioni, a imbarcazioni fluviali. Tra l’altro, il fiume era affiancato da una grande rete di canali (i faraoni cercarono di realizzarne persino alcuni che collegassero il fiume direttamente al Mar Rosso), e inoltre nella stagione in cui le acque fluviali erano più basse spirava un vento di tramontana che facilitava comunque la navigazione. All’epoca delle inondazioni, poi, la barca diventava praticamente l’unico mezzo per spostarsi, almeno in certe zone.

Le navi fluviali erano realizzate soprattutto con fasci di papiri, e le più antiche e semplici erano zattere; presto, tuttavia, si sviluppò il modello affusolato con scafi rettangolari o triangolari, sontuosamente decorati (almeno per quel che riguarda le barche dei ricchi raffigurate nelle loro tombe). Su tutte campeggiavano gli immancabili “occhi” per consentire loro di “vedere” i pericoli. Le navi egizie utilizzavano i remi, ma anche vele e pertiche per spingersi facendo leva sul fondale del fiume. Per costruire barche più solide veniva usato il legno, ma questo era quasi tutto d’importazione e veniva riservato soprattutto alla costruzione di scafi destinati a solcare il mare.

Sono testimoniati con regolarità viaggi marittimi nel Mediterraneo e nel Mar Rosso, ed è nota la spedizione commerciale della regina Hatshepsut nel Paese di Punt (forse la Somalia): le raffigurazioni sul tempio di Deir el-Bahari mostrano navi tecnologicamente assai avanzate, capaci di affrontare addirittura l’Oceano Indiano. I Greci raccontano poi che nel I millennio a.C. i Fenici circumnavigarono l’Africa per conto del faraone egiziano.

L’autostrada dell’antico Egitto? Materiali pesanti trainati anche con slitte

Le barche erano impiegate anche per il trasporto dei materiali pesanti che servivano all’edilizia monumentale. I tratti in cui non era possibile effettuare il trasporto via fiume venivano affrontati soprattutto per mezzo di slitte, trainate anche a mano lungo binari unti di grasso per favorire lo scivolamento. La presenza di ruote è poco attestata, non perché fossero sconosciute ma perché, probabilmente, non risultavano molto adatte al suolo sabbioso. Il faraone, comunque, si preoccupava anche di tracciare nuove strade e vigilare sulla loro sicurezza, tanto che Ramses III si vantava: «Feci sì che la donna egizia potesse andare per la sua strada; i suoi viaggi furono estesi fino dove voleva, senza che nessuno la assaltasse lungo il cammino». Anche le grandi vie internazionali erano protette: i sovrani edificarono una lunga serie di fortezze sulla strada per l’Asia e anche in Nubia, che servivano a proteggere le piste principali percorse dagli eserciti, dagli amministratori, dai responsabili del fisco e dalle spedizioni commerciali.

 

Immagine via commons.wikimedia.org, autore Heinz Albers, www.heinzalbers.org

Note: della civiltà egizia si parla in maniera dettagliata sull’ultimo numero di Conoscere la Storia, attualmente in edicola

Osvaldo Baldacci

Nato nel 1972 a Roma, dove vive e lavora, giornalista professionista, laureato in Lettere-Archeologia presso l’Università La Sapienza di Roma, scrive da vent’anni sulla stampa quotidiana, è analista di geopolitica, collabora con riviste di divulgazione soprattutto storica. La storia è la sua passione totalizzante, da sempre.

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